Solo Parole Sparse

by SoloParoleSparse
13/09/2013
A ciascuno la sua morte

Non conoscevo Veit Heinichen, scrittore triestino che scopro scrive in tedesco al punto da aver infilato una serie di bestsellers in Germania ed essere quasi sconosciuto in patria. E di conseguenza non conoscevo il suo commissario Proteo Laurenti, sorta di Montalbano del Carso, disordinato quanto efficace.

In A ciascuno la sua morte Laurenti deve affrontare un’inchiesta che parte da un piccolo yacth che si arena in una piantagione di cozze e finisce per riguardare la mafia slava e la tratta delle donne.

Un bel pasticcio che lo coinvolge direttamente perchè lo scomparso (lo yacth arriva solingo) è un austriaco con cui ha avuto a che fare vent’anni prima, quando la di lui moglie era misteriosamente scomparsa. Il caso era rimasto sul gozzo a Laurenti, convinto che il marito c’entrasse e come nella scomparsa ma incapace di dimostrarlo.

L’occasione per recuperare quel caso e fiondarsi nella nuova indagine è ghiotta in una fine estate che ci mostra una Trieste di frontiera, apparentemente serena ma crocevia dei peggiori traffici.

Il personaggio di Laurenti è memorabile. Commissario capace, che si dedica tutto al lavoro ma cerca di fare il suo anche come marito e padre di tre figli adolescenti, cosa che gli riesce inevitabimente a fatica. E così se mantiene l’ordine nelle strade finisce per sfuggirgli quello tra le mura domestiche. Senza contare quelli che vorrebbero vederlo fuori dalla polizia e gli buttano addosso di tutto.

Heinichen è bravo anche a costruire una vicenda da giallo classico ed una serie di personaggi di contorno molto ben caratterizzati, coinvolgenti e capaci di attirare la simpatia (o l’antipatia) del lettore guidato dalla mano dell’autore.

E non ho dubbi che anche trasferito sul piccolo schermo il buon proteo potrebbe avere un successo interessante.

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