Le pedocere

Il Golfo di Trieste soprattutto nel tratto di mare dalla fine della Strada Costiera fino al Villaggio del Pescatore, nell’estremo lembo della provincia di Trieste, è adibito alla mitilicoltura, l’allevamento delle cozze. Questo elemento della vita economica e di mare della costa triestina conferisce al paesaggio una caratteristica peculiare, molto cara ai personaggi dei romanzi ma anche allo scrittore Veit Heinichen.

 

La piattaforma (per l’allevamento delle cozze, ndr) era larga dieci e lunga venti barili, tenuti insieme da gomene che si distendevano sotto la superficie dell’acqua da boa a boa e dove le cozze si riproducevano diligentemente. Ogni giorno si effettuava la raccolta. MA quella mattina, Laurenti lo capì a colpo d’occhio, tutto era stato irrimediabilmente distrutto, squarciato dalla violenza dei potenti motori della barca. Le gomene erano ingarbugliate e le boe ammucchiate in un caos selvaggio. Stormi di gabbiani cacciavano in volo sull’area lanciando forti richiami e litigandosi il bottino comparso inaspettatamente dal mare

Nel porticciolo non si vedeva anima viva. Proteo Laurenti si tenne nascosto dietro gli allevamenti di cozze che ondeggiavano spinte dalla lieve risacca a cento metri dalla costa disegnando enormi geometrie. In mare aperto si muovevano solo le luci di posizione di alcuni pescherecci di ritorno dalla pesca, per il resto era tutto tranquillo. Il sole si levava lentamente sul Carso, ma la luce era ancora offuscata come se anche lei svegliasse sul fare del giorno


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