Castello di Miramare, Trieste

“O Miramare, a le tue bianche torri/ attediate per lo ciel piovorno/fosche con volo di sinistri augelli/ vengon le nubi” così il poeta italiano Giosuè Carducci cantava la bianca pietra del Castello di Miramare a cui ha dedicato una lirica.

Il simbolo di Trieste, visibile da gran parte della città e dal ciglione carsico alle spalle della città, è stato progettato dall’architetto Karl Junker e doveva essere un vero e proprio nido e pegno d’amore per la principessa Carlotta. Purtroppo la storia ebbe un corso diverso e oggi rimane la leggenda per cui gli innamorati non devono varcare insieme la porta del castello, pena la sfortuna d’amore.

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Il sito del Castello di Miramare 

Aveva preso la giacca dall’appendiabiti ed era salito fino a via del Pucino per il sentiero che attraversava i vigneti. A sud est brillavano le luci della città, mentre davanti a lui svettava il castello di Miramare illuminato. A un certo punto aveva allungato il passo e dopo neanche un’ora di cammino era giunto di fronte all’ingresso del castello, vicino all’ex stazione di Miramare. Si era arrampicato sull’alto cancello di metallo e aveva attraversato il parco in cui Massimiliano d’Asburgo aveva fatto piantare alberi da tutto il mondo prima di concludere la sua esistenza da sfortunato re del Messico, con tre fori di arma da fuoco nella camicia


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