Le lunghe ombre della morte

Titolo Originale
Der Tod wirft lange Schatten

Data di uscita
2005 Paul Zsolnay Verlag, Wien

Traduzione italiana
Valentina Tortelli

Casa editrice
e/o, Roma

Pubblicazione
Novembre 2006

 

Traduzioni
Spagnolo (La larga sombra de la muerte, 2007 Siruela), Francese (À l’ombre de la mort, 2009 Seuil), Olandese (De lange schaduw van de dood, 2009 De Geus)


«Qualunque cosa succeda qui» proseguì Scoglio senza lasciarsi distogliere, «ha quasi sempre a che fare con il passato, oppure con i cliché che quest’ultimo ha prodotto. Con la storia, o meglio, con la parte rimossa della storia»

Trieste è l’ombelico del mondo

La gente del Carso era fatta così. Negli ultimi cento anni aveva visto più forze di polizia di tutti gli altri popoli d’Europa. Gendarmeria e soldati austriaci, italiani, fascisti, uomini della Gestapo, SS e soldati della Wehrmacht, milizie titoiste, inglesi, neozelandesi, americani, poi di nuovo italiani e dio sa solo quante spie.


In un maggio precocemente caldo due fatti sconvolgono Trieste e minacciano di rovinare l’estate del commissario Laurenti: il ritrovamento del cadavere di un uomo nudo in una valle appartata del Carso e la scoperta fortuita di un vasto deposito di armi, munizioni e documenti risalenti alla Seconda Guerra mondiale, all’occupazione tedesca e all’amministrazione militare alleata della città. Due casi all’apparenza estranei ma che presentano un inatteso collegamento: vi è coinvolta Mia, giovane australiana figlia di emigrati triestini, giunta in città per trascorrere le vacanze e sbrigare le procedure inerenti l’eredità della vecchia zia.
La scoperta del deposito costringe anche Laurenti ad addentrarsi nei meandri di una storia cittadina che non conosce e che non ha vissuto di persona. Le indagini lo portano a riaprire controvoglia due inquietanti casi degli anni Settanta rimasti insoluti: la morte del collezionista Diego de Henriquez, morto in circostanze oscure nel rogo del suo magazzino, e l’omicidio del professor Perusini, insigne studioso di tradizioni popolari. L’intraprendenza di Laurenti lo porta a collidere con interessi superiori, a scontrarsi con poteri forti che non tollerano l’ingerenza di un semplice commissario di provincia. E, a complicare ulteriormente le cose, Laurenti non immagina che una delle tante indagini di cui deve occuparsi, la più strana e a tratti ridicola, porta direttamente a casa sua.
Con questo nuovo racconto, Veit Heinichen ci restituisce uno spaccato della storia più recente di Trieste e rende partecipe il lettore dei fantasmi che ancora la popolano e ne lacerano il tessuto sociale.


"[...] non c'è paura di annoiarsi con un ritmo narrativo stringente, sorretto da una scrittura scorrevole e intrigante [..] con appassionata capacità evocativa, che crea quell'indispensabile magma che lega l'autore al lettore. Si sente che il racconto ha una verità umana, una sua completa legittimazione letteraria"
Marino Freschi - Il mattino
"Dimenticate l'ispettore Derrick. Il commissario Laurenti è di tutt'altra pasta"
Corrado Premuda - Il Giornale
"Lo scrittore [...] regala molto del suo carattere ricco di umor nero, ironico e molti dei suoi piaceri, come quello per l'alta cucina e il buon vino. Fa una mappatura esatta, meticolosa, delle sue descrizioni, di luoghi, strade, locali, siano ristoranti, caffè o alberghi, sul mare, in città e sul Carso"
Diego Zandel - La Gazzetta del Mezzogiorno